La FAP
Indietro

Nuove iniziative per valorizzare un tracciato adatto anche per una piacevole escursione a piedi. Uno sguardo al passato ed i sogni per una futura riapertura.


Per noi appassionati di ferrovie la chiusura di una nuova linea costituisce sicuramente un fatto spiacevole. La Ferrovia Alto Pistoiese (FAP), chiusa a metà degli anni sessanta, ancora in pieno boom automobilistico, suscita nostalgia in coloro che vi hanno viaggiato ed interesse in chi, come me, ne ha solo sentito parlare o ha letto libri al riguardo. Il tracciato si snodava dalla stazione FS di Pracchia parte in sede propria e parte promiscua con la SS. 66 e giungeva a Mammiano dopo aver toccato i più caratteristici borghi del comune di S. Marcello Pistoiese. Attualmente sono riconoscibili quasi tutti i fabbricati di stazione ed i manufatti lungo la linea; più nulla rimane né della linea aerea, nè, tantomeno dell'armamento; alcune carrozze sono ancora visibili presso un noto ristorante che si trova in Valdinievole.

Percorso trekking


Lungo il vecchio tracciato in sede propria, per iniziativa degli enti locali e della Comunità Montana dell'Appennino Pistoiese, è stato realizzato un percorso attrezzato per il trekking che unisce tale pratica ad un'informazione su alcune specie botaniche della zona. Da Gavinana in poi la sede ferroviaria è poco riconoscibile perché inglobata nella strada che scende dal Passo dell'Oppio. Godibile invece è il percorso dalla fermata dell'Oppio a Maresca, dove è molto frequente incrociare gruppi di escursionisti, affascinati dalla bellezza dei luoghi. Da Maresca fino a Campotizzoro è possibile ammirare dei manufatti (notevole il ponte sul torrente Maresca) e giungere fino alle industrie che tanto ruolo ebbero nella nascita di questa ferrovia. Come itinerario escursionistico lo consiglio a tutti sia per la facilità (le pendenze sono ovviamente "ferroviarie"), sia per il fascino dei luoghi.

Nuovi orizzonti


Il dibattito politico su questa ferrovia si è riacceso in occasione della messa in vendita dei beni ex-FAP: alcuni amministratori locali hanno rispolverato un vecchio progetto di riapertura della FAP già presentato in occasione di una mostra tenutasi nell'agosto 1988 negli ex-locali officina di S. Marcello attualmente gestiti dal CO.PI.T (l'azienda di trasporto pubblico di Pistoia). Secondo tale proposta la linea, originando dalla stazione FS di Pracchia correrebbe tutta in sede propria lungo la valle del Reno prima e del Maresca poi, toccando tutti i paesi della montagna già attraversati dal vecchio tracciato fino a Gavinana: da qui, a fianco di una diramazione per S. Marcello, il binario si dirigerebbe verso Cutigliano toccando Lizzano, Vizzaneta e Rivoreta; oltre questa località è previsto un anello che colleghi Abetone, la Val di Luce e le altre stazioni sciistiche del comprensorio. Il collegamento sarebbe previsto a scartamento ordinario ed elettrificato a corrente continua a 3 Kv

Commenti e critiche


E' indubbio che per un appassionato di ferrovie come me la prospettiva di una rinascita di una linea sia eccitante e possa essere considerata come il più grande regalo che possa essere fatto. Tuttavia è innegabile che alcune perplessità debbano sorgere per non perdere il contatto con la realtà; il primo commento che mi sento di fare è che è irrealistico proporre un tale progetto in un'epoca come questa, molto più attenta alle esigenze del trasporto su gomma che a quelle su rotaia ( basti pensare a quanto più ottengono gli autotrasportatori con i loro scioperi rispetto ai ferrovieri). A parte ciò altre perplessità nascono da alcune scelte cosiddette "tecniche": in primo luogo lo scartamento che, se creerebbe meno problemi per il collegamento diretto con la rete FS, sicuramente limita , e di molto, la velocità commerciale di una linea tortuosa di montagna rispetto ad uno scartamento ad esempio "metrico"; in seguito il vincolo troppo stretto con il turismo invernale che non tiene conto della capricciosità delle precipitazioni nevose negli ultimi anni; infine, ma non ultimo per importanza, la mancanza del traino industriale che ebbe un ruolo fondamentale nella nascita e nello sviluppo della vecchia FAP (non credo che oggi ci siano interessi economici tali da catalizzare gli investimenti di capitali su un progetto tanto oneroso). Come tante altre volte si tratterà sicuramente di un'ennesima chiacchiera estiva che almeno avrà avuto il merito di far brillare gli occhi a tanti appassionati di ferrovie nell'illusione di poter rivedere correre ancora "quel fantastico trenino rosso" senza rodersi d'invidia per gli Svizzeri e le loro ferrovie di montagna.

Foto archivio storico FAP

Daniele La Porta

Indietro